Le nostre attività

PROGETTO PSICOMOTORIO

I bambini dai 12 mesi ai 6 anni si esprimono prevalentemente con il movimento ecco perché da sempre la nostra scuola propone come attività principale la pratica psicomotoria che mira al sapere vissuto e a un dirsi armonico del bambino.

Spieghiamo il termine:

  • PRATICA perché è metodologia flessibile, soggetta al cambiamento, al rinnovo, attraverso la ricerca e l’osservazione continua del bambino e delle sue trasformazioni.
  • PSICOMOTORIA perché è metodologia basata sull’ascolto della storia profonda del bambino che si narra attraverso il piacere di muoversi, di agire, liberando emozioni.

Grande obiettivo della pratica è quello di rafforzare l’identità del bambino permettendogli di “parlare” di sé attraverso il movimento.
Viene utilizzata la palestra adibita alla pratica psicomotoria. Lo spazio è preparato dall’educatrice in base all’età e alle esigenze dei bambini prima che essi entrino, per dare il senso di accoglienza e muovere l’immaginario.

Viene messo a disposizione del bambino il materiale psicomotorio:

SPAZIO SENSO-MOTORIO con materasso grande, materassini piccoli, cubi, scaletta grande e piccola, spalliera, assi inclinati, panchina.
SPAZIO SIMBOLICO con cubi di gomma piuma, drappi di stoffa, corde, teli, carta, forbice e colla, contenitori vari, bastoni, palline, borse.
DISTANZIAZIONE con crema, fogli e pennarelli, materasso, legnetti.

ATTIVITA’ MOTORIA

Originalità del bambino nel divenire

“Limitare il movimento di un bambino è limitare la sua vita, è limitare la sua capacità a pensare poiché non c’è pensiero che si possa sviluppare in maniera solida senza che il bambino agisca”

Bernard Aucouturier

La Scuola dell’Infanzia e Nido Integrate “San Giuseppe” da molti anni crede e si ispira alla pratica psicomotoria cognitiva di Bernard Aucouturier, tanto da adottarla come stile e metodo educativo, nella convinzione che essa risponda appieno alle esigenze educative. Questo stile viene portato anche all’esterno della stanza di psicomotricità perché la scuola continua a credere nell’operato di tipo esperienziale, ed investe energie e tempo in proposte di tipo ludico­motorio. La scuola si impegna a lavorare in sinergia con le famiglie con una attenta OSSERVAZIONE su tutti i bambini, focalizzando punti forti e fragilità dell’individuo-bambino e ritiene necessario proporre un lavoro di PREVENZIONE. Tutto il personale educativo viene coinvolto in un lavoro psicomotorio con monitoraggio sul campo. Viene condiviso e preparato un percorso personalizzato per ogni bambino che frequenta la scuola, attuabile nel tempo e a tutti i frequentanti.

II credo della scuola si realizza nel MOVIMENTO.

Con gli stessi fini viene integrato il progetto acquaticità, il progetto cavallo, il progetto prassie. Vengono approfonditi e applicati percorsi più strutturati come il metodo TEACCH, per l’autismo, IPDA, IPDAI, VMI, che consentono riflessioni di gruppo di tutto il personale docente che mira a permettere ai bambini uno STAR BENE a scuola e nei contesti sociali.

Con l’insorgere di nuove sfide educative le insegnanti si ritrovano a confrontarsi con nuove problematiche come la disprassia, l’iperattività, i disturbi attentivi. II diagnosticare preventivamente delle difficoltà cognitive spinge le educatrici ad aggiornarsi per rispondere al meglio alle nuove richieste. Così il ragionare sui problemi di tipo neurologico portano le insegnanti a conoscere il Professor Sangalli che propone dei percorsi riabilitativi per bambini che incontrano nel loro divenire delle difficoltà tali.

L’incontro costante con questo pedagogista incoraggia le educatrici a non demordere quando ci si trova davanti a bambini disarmonici nei movimenti, ma le esorta ad introdurre dei percorsi motori che possono aiutarli per queste difficoltà. Ecco che il proporre delle esperienze sistematiche motorie all’aperto e all’interno della scuola aiuta i bambini ad impostare degli schemi motori ancora incerti, aiutandoli a superare ostacoli dovuti ad un corpo poco vissuto. Questi percorsi sono in continua evoluzione in quanto il metodo va ancora approfondito, ma le insegnanti sono consapevoli di come i bambini abbiano trovato piacere e motivo di gioco nelle proposte fatte e per alcuni sia stato significativo e proficuo tale lavoro.

Dalle conferenze tenute dal prof. Sangalli ed alcuni suoi collaboratori emerge chiaramente che i bambini di oggi hanno grossi impacci motori (come possiamo constatare quotidianamente nelle nostre scuole: frequenti cadute, difficoltà a star seduti, impugnature scorrette…). Le cause vengono attribuite alle poche occasioni di movimento che vengono date ai bambini già dai primi mesi di vita (mancanza di giardini e spazi aperti a cui accedere liberamente, uso di passeggini e succhiotti fino a 4-5 anni, vestiti scomodi, uso di TV e Video-Games,…) così che i bambini non hanno occasione o possibilità di sperimentarsi in corse, camminate, capriole, arrampicate, strisciate,…

La privazione del movimento ha serie ripercussioni sul sistema neurologico, al punto tale da impedire o rallentare la capacità di raggiungere i pre-requisiti scolastici (coloritura, lettura, scrittura, temporalità e spazialità, faticabilità, capacità organizzativa). Quindi è poco coerente chiedere un prodotto al bambino se non ha le competenze di base: equilibrio, schema crociato, coordinazione occhio-mano, convergenza visiva, muscolatura sviluppata, ecc.

Da queste indicazioni è stato attivato un laboratorio prassico all’interno della scuola che parte da una stimolazione affettiva forte e fantastica al fine di tenere alta la motivazione dei bambini e contestualizzare il percorso.

Ecco le tappe del percorso:

MOTORIO dai 18 mesi ai 6 anni i bambini vengono abituati:
a camminare senza sosta all’aperto su vari tipi di terreni con o senza scarpe in tutte le stagioni a partire da 50 metri fino a 2 km (acquisendo soddisfazione, schema crociato di base e tollerabilità alla fatica)
a correre in schema crociato
a gattonare e strisciare sui pavimenti della scuola a partire da 15 metri a 100 metri circa a fare capriole e rotolamenti (da 1 a 25) su piani inclinati e non, sull’erba e su materassini

FINE-MOTORIO dai 18 mesi ai 6 anni i bambini vengono abituati:
a fare spostamenti di oggetti partendo da grandi (scatoloni, cassette, tutoli, …) fino ad oggetti piccoli (fagioli, bottoni,..)
a fare travasi radunando e disperdendo il materiale, in principio usando il corpo e a pavimento fino ad arrivare a movimenti fini e calibrati con cucchiai e attrezzatura varia (farine, mais, pasta da minestra, sabbia,..)
a fare esercizi con opposizione di pollice e indice (strappare, accartocciare, appallottolare, arrotolare, premere)
a fare esercizi di coordinamento occhio-mano (infilare, punteggiare, colorare)

GRAFIA: dai 3 anni ai 6, coloritura all’interno di mascherine con pennarelli, di seguito alla coloritura di spazi sotto dettatura, coloritura di spazi delimitati (finestra).
Orientamento spaziale del corpo: movimenti su spazi delimitati seguendo indicazioni verbali)
Asteggi semplici e complessi.

PROGETTO PRASSIE

“Dal tratto come movimento al tratto come segno”

Nido Integrato

Il movimento è presente in ogni aspetto della vita, dai movimenti più banali e naturali a quelli più complessi e programmati. Ce ne rendiamo conto, ma non sempre siamo consapevoli dei micromovimenti che facciamo, ad esempio con gli occhi quando leggiamo o con le dita quando scriviamo. Il progetto ha lo scopo di far fare esperienze al bambino per permettergli di acquisire un corretto utilizzo del movimento grosso-motorio (equilibrio, controllo posturale, lateralizzazione, ecc…) e fine motorio (coordinazione dell’arto superiore, motricità fine della mano, coordinazione occhio-mano). Inoltre cercherà di stimolare e potenziare un numero sempre, maggiore di movimenti da eseguire in maniera fluida senza spreco di energia e di attenzione (ad es. ripetendo più volte l’esperienza di riempire una bottiglia con un cucchiaio, il bambino potrà affinare il movimento riducendo via via la caduta di farina e i movimenti non utili).

Scuola dell’Infanzia

La vita sorge come atto motorio, vivere significa quindi muoversi (ATTO SPONTANEO).
Saper vivere significa, invece, diventare padroni dell’atto motorio (ATTO COSCIENTE).
E’ necessario però distinguere l’atto motorio come comportamento inteso come “ciò che faccio” e l’atto motorio come apprendimento inteso come “ciò che so fare”.
Con il termine PRASSIE si intende l’insieme di movimenti finalizzati al raggiungimento di un risultato o di un obiettivo, quindi volontari. Questi movimenti si strutturano in maniera coordinata e si acquistano tramite esperienze stimolanti, l’educazione e l’allenamento.

Questo laboratorio è quindi finalizzato:

  • al raggiungimento di una migliore coordinazione oculo-manuale
  • al miglioramento della coordinazione del movimento grosso e fine motorio
  • ad affinare la pressione e il controllo del polso
  • ad acquisire una corretta presa della mano.

PROGETTO GRAFICO-PITTORICO

Il segno più comune tracciato dai bambini è “a mano libera”. È il segno più facile che esce dall’azione di premere e strisciare una qualunque materia su un foglio, su un muro, su un cavalletto,… E’ un segno importante fatto “a mente libera”. Il segno che mostra l’immediata disponibilità al fare. E’ il primo esempio di generosità.

Ma perché il segno diventi linguaggio occorre fare degli esperimenti di movimento su materiali e supporti vari, e passare alla consapevolezza che la materia colora, ma non sporca.

Il segno, ogni segno, è la memoria visiva del gesto che lo fa nascere e dell’emozione piacevole o spiacevole che l’ha provocata.

Fare un segno, allora è il primo gesto di autorità e di “autodeterminazione”.

SCEGLIERE il segno più giusto per quello che si vuole disegnare richiede volontà e intenzione.

La carta sarà supporto per introdurre il concetto di lasciare segno di sé (scoprendo e sperimentando alimenti, materie e materiali).

Il bambino ama muoversi e compiere spostamenti. I vari vissuti corporei fatti nello spazio attorno a sé possono sviluppare fantasie grafiche che, se sostenute e indirizzate, possono diventare segni. Per esempio una piroetta può essere rappresentata con un cerchio oppure una corsa può essere tradotta su un foglio con una riga e così via. Anche la mano fatta scivolare su del colore può lasciare sul foglio delle tangenti diverse a seconda di come si muove la mano stessa. Quando il bambino riconosce la conseguenza empirica del suo fare, è capace di riprodurla volontariamente e dare significato al prodotto eseguito. Quando questo percorso avviene sotto forma di gioco non ha bisogno di altre motivazioni, così il bambino spontaneamente realizza elaborati che verranno raccolti ordinatamente e conservati per poter rivederli e commentarli. Più ampia è la gamma dei materiali usati per la sperimentazione, più grande sarà la quantità dei segni realizzabili in quanto ogni materia ha caratteristiche proprie e regala sensazioni e sfumature diverse. Lo stesso principio vale per i supporti e gli utensili, colorare un foglio di carta porosa sarà diverso rispetto al riempire un foglio di plastica dove il colore scivola con facilità.

Nel percorso grafico- pittorico si rispetteranno delle fasi: nella prima fase l’esercitazione avverrà su spazi e fogli grandi. I “pennelli” usati saranno mani, piedi e corpo, successivamente verranno sperimentati arnesi come pennelli di diversa grossezza e materiali come tempere, acquerelli, chine.

Grazie alle provocazioni derivate dalla vita che i bambini assaporano a scuola, e alla natura che li circonda, avranno l’opportunità di conoscere vari materiali, con essi i bambini giocando potranno sperimentare e osservare come le tracce lasciate dai vari materiali possano diventare segni ripetibili e leggibili. I lavori prodotti da queste ripetizioni potranno essere raccolti e diventare libri, creazioni artistiche, oggetti da regalare o da usare per abbellire la scuola, concretizzando la voglia di creare e di esternare il proprio senso del bello.

PROGETTO MANIPOLATIVO

Manipolare qualsiasi elemento naturale può essere piacevole, soddisfacente ed educativo.

La manipolazione si rivela spesso un bisogno fondamentale, un gioco irrinunciabile a cui si legano anche ambiti specifici di apprendimento. Le attività offerte in questo laboratorio sono proposte che stimolano i bambini a ricercare nuove soluzioni sotto il profilo esecutivo, creativo e decorativo.

E’ importante per i bambini vedere come certi elementi si trasformino, cambino consistenza e caratteristiche, come la carta che da semplice quotidiano può diventare carta pesta o la pasta di sale che è l’unione di farina e sale.

In questo laboratorio riveste grande importanza la manipolazione della creta elemento naturale e plastico per eccellenza. La creta per le sue caratteristiche fisiche permette una maggior motricità fine della mano del bambino e regola la forza del braccio e della mano (se premo poco non lascio segno, se premo troppo non creo niente) e facilita il controllo dei segmenti del corpo, ad esempio per arrotolare una semplice pallina una mano sta ferma e l’altra si muove. Far lavorare mano sinistra e mano destra contemporaneamente creano un dialogo tra l’emisfero sinistro e l’emisfero destro del cervello, allenando i canali di apprendimento.

APPROCCIO ALL’EQUITAZIONE

per i bambini di 5 anni

Il progetto mira principalmente a far vivere al bambino un’esperienza nuova e unica nel suo genere. Insieme al gruppo di coetanei verrà aiutato ad affrontare il nuovo e ad ampliare la proposta motoria già intrapresa e sviluppata nelle altre attività scolastiche.

Di seguito vi descriviamo una “lezione tipo”.

  • Prima della partenza, dopo una sosta in bagno, indossiamo il cap (caschetto) e gli stivali.
  • Prendiamo i bauletti con il materiale di pulizia (brusca, bruscone, pettine,…)
  • Saliamo in pulmino e Bartolomeo ci accompagna a Candelù.
  • Arrivo al maneggio, saluto all’istruttore, recupero delle selle/briglie/sottosella.
  • Saluto ai cavalli. Pulizia del cavallo (grooming).
  • Spostamento sotto al maneggio per la lezione. Attività di equilibrio sopra la ssella con conduzione del pony lungo un percorso con barriere a terra, passaggi stretti, slalom.
  • Ritorno al box.
  • Ritorno a scuola, pulizia e cambio di vestiti.

PROGETTO DI APPROCCIO ALL’ACQUA

La scelta di portare i bambini della Scuola dell’Infanzia a nuoto nasce da un forte sentito delle insegnanti per il benessere psichico-fisico del bambino e perché l’acqua rappresenta un importante strumento didattico: permette lo sviluppo di una serie di autonomie e abilità sia fisiche che emotive che, indipendentemente dall’imparare a nuotare, rappresentano un’opportunità per accrescere il bagaglio psicomotorio del bambino. Il corso è facoltativo. Le lezioni saranno 10 (l’ultima aperta ai genitori), Il corso si svolge presso le piscine di Oderzo, struttura scelta dalle insegnanti per la qualità del servizio erogato.

Vengono coinvolti i bambini della Scuola dell’Infanzia iscritti al percorso, un’insegnante della scuola e gli istruttori della piscina. I bambini vengono accompagnati alla piscina con il pulmino della scuola.

I bambini verranno divisi in sottogruppi da parte degli istruttori della piscina secondo criteri da loro stabiliti che possono essere l’altezza, la padronanza dell’acqua, le capacità fisiche o di ascolto. Accedono alla piscina piccola, dove vengono coinvolti in giochi e attività mirati a far raggiungere loro familiarità e dimestichezza con l’elemento acqua, nel tempo vengono acquisite nuove competenze. In acqua i bambini sperimenteranno giochi per superare il timore dell’elemento, accettare la doccia, fare spruzzi con mani e piedi, mettere la testa sotto l’acqua, mantenere l’equilibrio, percepire in modo diverso le proprie gambe, le braccia, il proprio peso, saper effettuare i primi spostamenti, fare bolle soffiando con la bocca in acqua, fare il girotondo saltellando con i piedi e camminare sopra i materassi per tuffarsi in acqua. Per i bambini che non toccano verranno utilizzati i braccioli. Evolvendo saranno invitati a compiere veri e propri esercizi come immergersi completamente sott’acqua per raccogliere cerchi colorati, pupazzi, pezzi di gomma nera, fare tuffi dentro al cerchio, sapersi riequilibrare, saper controllare la respirazione (inspirazione/espirazione), scivolare dal materasso in acqua, tuffarsi dal muretto, dal materassino a forma di piede con il buco in centro, verranno invitati a saltare dentro al buco per poi uscire da sotto il materasso e piano piano arrivare a tecniche di nuoto come il dorso, lo stile libero, i tuffi. Al termine del percorso i bambini acquisiscono nuove abilità e raggiungono nuovi traguardi di autonomia emotiva e fisica.

PROGETTO SPORT A SCUOLA – FIJLKAM

Per la Scuola dell’Infanzia
Insegnante Alan Semenzin

Il gioco è per sua natura un’esperienza psicomotoria. In effetti esso coinvolge ogni aspetto della personalità tanto da costituire una costante presente, pur se in modo diverso, nelle diverse età della vita.

Per il bambino il gioco rappresenta il suo linguaggio primario, il linguaggio non verbale costituito di emozioni e di immagini messe in gioco; è uno dei mezzi privilegiati per entrare in contatto con la realtà esterna e, allo stesso tempo, scoprire il piacere di esistere e di agire. Questa scoperta e conoscenza di sé e del mondo attraverso il piacere del gioco, ha degli evidenti effetti sull’evoluzione delle abilità del bambino in quanto egli sviluppa un “saper fare esperienza” da utilizzare poi nella vita quotidiana.

La psicomotricità racchiude in sé le varie componenti costitutive del gioco: sensoriale, motorioprassica, cognitiva, tonico-emozionale, affettiva-relazionale, sociale. L’attività psicomotoria proposta nel progetto, si fonda sulla relazione e si realizza attraverso il corpo e il movimento, utilizzando come struttura privilegiata il gioco, aggiungendo alcune delle regole e dinamiche di gestione derivate dalle Arti Marziali. Il bambino attraverso il suo corpo entra in contatto col mondo, esplora e conosce. Facendo esperienza diventa capace di misurarsi con la realtà e contemporaneamente conosce se stesso, si accorge delle sue competenze, si costruisce un’immagine di sé. E’ attraverso il corpo ed il movimento che il bambino conosce lo spazio, sa muoversi ed orientarsi, sa percepire le distanze e le dimensioni. Un’esperienza, uno stimolo, un’occasione in cui azione, pensiero, emotività si attivano e si integrano attraverso desideri strettamente collegati al gioco, al piacere di fare, alla fantasia, alla creatività a favore dell’esperienza globale. Il bambino che partecipa alla seduta si sente rassicurato nel trovare spazi, luoghi, tempi e materiali a lui consoni, che può utilizzare per avviare un percorso di gioco e apprendimento.

PROGETTO PER LEZIONI D’INGLESE CON IL METODO “WOW ENGLISH”

Scuola dell’Infanzia

Il metodo “Wow English” punta a far imparare l’inglese ai bambini percorrendo gli stessi passaggi che si fanno quando si impara la propria lingua madre: ascolto, capisco, parlo. Per questo motivo durante le lezioni si fa in modo che la lingua predominante sia l’inglese cercando di parlare ai bambini, di spiegare i giochi e di dare loro dei feedback sempre in inglese. Le prime volte può essere utile utilizzare per dei brevi momenti l’italiano ma fin da subito i bambini vengono “immersi” in un ambiente dove l’inglese è predominante.

Ogni lezione ripercorre il percorso di apprendimento e viene strutturata in:

  • Fase iniziale con un rito di saluto (canzoncina) e l’introduzione, o ripasso, dei vocaboli che andremo ad approfondire nelle varie attività (Ascolto).
  • Una fase di gioco motorio (TPR) durante la quale i bambini scaricano un po’ di energie in eccesso, continuano ad ascoltare e danno delle risposte non verbali (Capisco). Durante questa fase i bambini continuano a prendere confidenza con la lingua senza sentire la pressione di doverla riprodurre, mentre l’insegnante ha modo di capire se i bambini hanno interiorizzato i vocaboli o se invece hanno bisogno di rivederli.
  • Una fase di giochi/esercizi (GP) durante i quali viene richiesto ai bambini di riprodurre le parole (Parlo). Vista l’età dei bambini non verrà fatta alcuna pressione e la riproduzione della lingua sarà richiesta solamente in gruppo, non individuale.
  • Una fase di esercizi scritti per continuare a esercitarsi sui vocaboli e per integrare la lingua con le altre competenze che i bambini stanno sviluppando.
  • Fase finale con un rito di saluto (canzoncina).

In ogni fase della lezione i bambini verranno introdotti gradualmente alle varie strutture grammaticali semplicemente utilizzandole nei vari giochi e attività. Anche i video e le canzoni che vengono usati introducono vocaboli e strutture grammaticali. Le strutture grammaticali non vengono spiegate ma solamente utilizzate per interagire con i bambini e proposte nei giochi e attività di riproduzione della lingua. Lezioni settimanali della durata di circa 45 minuti con gruppi di 10/12 bambini.

PROGETTO MENSA

Quella del pranzo è un’occasione particolare: i bambini si avvicinano a pietanze nuove e cucinate da altri. A volte questi cibi risultano più graditi grazie anche all’effetto sociale del gruppo. Altre volte è necessaria la mediazione delle insegnanti per stimolare la curiosità e la voglia di assaggiare.

Viene curata la postura a tavola, le buone maniere e si cerca di impostare la presa corretta della posata.

Già al mattino attraverso le immagini e la comunicazione con la cuoca Clara da parte dei responsabili, vengono ricordati i nomi dei cibi per un lavoro linguistico sulla memorizzazione e produzione corretta della parola e per esercitare la memoria a breve e lungo termine.

I bambini vengono aiutati a sopportare i tempi di attesa, ad imparare la turnazione e a riordinare bicchiere e bavaglia al termine del pranzo.

Vista la specialità e l’importanza di questo momento, dei rituali collegati e conoscendo l’interesse dei genitori, abbiamo pensato di dare la possibilità alle famiglie di assistere al momento del pranzo dei bambini tutti i giorni.

A fine pasto verrà dato a chi pranza con noi un piccolo questionario di valutazione relativo a quantità, qualità e gusto del cibo e anche a sensazioni relative al vissuto dei genitori.

Nel giorno che avrete indicato verrete a scuola alle 11.15 (per il nido e i 3 anni della scuola dell’infanzia) o alle 12.30 (per il pranzo dei 4 e 5 anni). Vi chiederemo di sedervi nel posto preparato per voi e per il vostro bambino, di mangiare tranquillamente in nostra compagnia senza preoccuparvi di aiutare le maestre o di soccorrere chi ha bisogno, attenendovi anche voi, come noi e i bambini, alle regole della scuola pensate per il benessere di tutti. A fine pasto vi saluteremo e i bambini proseguiranno la loro consueta giornata.